Gobba Sandretta con cerchio e borsetta…

La sua sicumera nei confronti di cose che non conosceva riguardava molti soggetti. Riguardava ad esempio un ippocastano rosa, pianta invero molto rara, che si trovava nel parco di fronte alla casa della nostra insegnante di chimica, la professoressa Butrico.
Era un albero maestoso, che conoscevo bene, perché mi fermavo spesso ad ammirarlo. Gobba Sandretta, che lì non c'era mai stata, usava semplicemente la sua arrogante ignoranza per affermare che gli ippocastani rosa non esistevano.

Purtroppo, nella mia fragilità, la notte prima dell'esame orale di maturità avevo avuto un collasso nervoso, a causa della grande ansia che mi attanagliava. Mia madre ha dovuto chiamare il dottore, che mi ha prescritto degli ansiolitici e mi ha rilasciato un certificato da presentare ai professori.
Loro hanno posticipato il mio esame orale all'ultimo giorno. Dalla linguaccia biforcuta di Gobba Sandretta è arrivata puntuale la battuta: “Lavativa fino all'ultimo!”. Ma cosa ne sapeva lei della mia sofferenza nascosta, causata dall'Asperger che allora non sapevo ovviamente di avere. Magari il mio problema fosse stato quello della pigrizia! Ancora una volta lei si era rivelata una persona perfida e ignorante.