Storia dell'Istituto - Un viaggio sul filo della memoria

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L'Istituto Magistrale Rayneri, che ho frequentato, è stato unito al Liceo Porporato
ed il nome del grande pedagogista a cui era dedicato è scomparso.




DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI

Durante l’occupazione francese della città di Pinerolo e delle sue Valli fu fondato un collegio di Gesuiti sotto il regno di Luigi XIV . I gesuiti vi rimasero fino al 1773, quando  papa Clemente XIV emanò l’atto di soppressione della Compagnia di Gesù. Dopo il loro allontanamento, si costituì un Collegio Reale sotto il patrocinio del re di Sardegna, con un triennio di grammatica e un biennio di retorica e di filosofia.
Nel periodo post-napoleonico fu scelto come sede il palazzo eretto su disegno dell’architetto Bernardo Antonio Vittone ( 1705-1770).
Dalla prima metà del 1800 in Piemonte cominciò a delinearsi un movimento pedagogico, che ebbe il suo massimo esponente in Gioberti e tra i più illustri la figura di Giovanni Antonio Rayneri. Tale movimento trova la sua completa affermazione nella legge del 1859 del ministro Gabrio Casati, che pone le basi dell’ordinamento della pubblica istruzione prima in Lombardia e poi in tutta Italia. A quel periodo risalgono le origini della Scuola Normale di Pinerolo.
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GIOVANNI ANTONIO RAYNERI

Nacque a Carmagnola nel 1810 e morì a Chieri nel 1867.
Di famiglia povera, affrontò notevoli sacrifici per studiare. Dopo aver frequentato le scuole della sua città si indirizzò agli studi ecclesiastici, che terminò grazie ad una borsa di studio.
Nel 1832 si laureò presso l’Università di Torino.
I suoi interessi filosofici lo portarono ad entrare in contatto con i più illustri educatori del suo tempo, come Antonio Rosmini.
Divenne preside della Scuola di metodo di Saluzzo nel 1846 e collaborò con il Boncompagni alla redazione della "Legge organica per i programmi scolastici in Piemonte".

Nel 1848 ebbe la cattedra di Metodica all’Università di Torino. Si dedicò contemporaneamente all’apertura di asili infantili, scuole primarie, professionali, serali e festive. Si impegnò in particolar modo nell’organizzazione di nuove scuole magistrali, perché riteneva che il futuro dell’educazione dipendesse dalla formazione professionale degli insegnanti.
Nel 1857 fu chiamato a far parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, dove continuò ad occuparsi del coordinamento dell’istruzione su scala nazionale.
Morì a Chieri nel 1867, al ritorno da un viaggio a Firenze.

L’intento del Rayneri era quello di far uscire l’educazione e l’istruzione dalla rigidità dei sistemi che avevano le loro radici nella tradizione e nell’abitudine. Ciò viene trattato nell’opera "Della Pedagogica Libri Cinque" (Torino, 1859-1869).
Nell’opera "Primi Principali di Metodica" (Torino, 1867) si esaminano i fondamenti del metodo; quest’opera fu un importante punto di riferimento per gli insegnanti.

Pagine scelte dal libro della pedagogia di Antonio Rayneri


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